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Cristiano Cavina

    Un'ultima stagione da esordienti
    L'ananas no
    Die Pizza-Philosophie
    • Mit seiner Pizza-Philosophie kehrt der italienische Starautor zu seinen Wurzeln zurück: Er stammt aus einer traditionsreichen Familie von Pizzabäckern und hat dieses Handwerk selbst mühsam erlernt. Eigentlich, so Cavino, ist Pizzabacken seine erste große Liebe. Die Anfänge sind steinig und fordern, wie alles, das man mit Kunstfertigkeit betreibt, große Übung und Hingabe. Am Ende jedoch ist das Backen befriedigender als der große Ruhm. Anhand der Fertigung einer echten italienischen Pizza philosophiert Cavino über das Leben, die Liebe – und natürlich verschiedene Beläge für einen knusprigen Boden. Das Lesen selbst macht dieses Büchlein zu einer Selbst-Erfahrung der Achtsamkeit und Entschleunigung.

      Die Pizza-Philosophie
    • Un'ultima stagione da esordienti

      • 272 Seiten
      • 10 Lesestunden

      Erano tredicenni d'assalto: mettevano il calcio sopra ogni cosa. Il Dio del Calcio era il loro dio. E il Mister il suo profeta. L'estate macinavano polvere nel campetto di ghiaia. Appuntamento alle sette del mattino per la prima partita, e avanti fino a sera. Stava per cominciare la terza media, ma è solo un dettaglio. Era il calendario delle partite a scandire le tappe di un'avventura. Sprofondavano nella Bassa, sotto un cielo esagerato, circondati da milioni di peschi. Si inerpicavano tra i monti, su campetti gelati, in fondo a tornanti interminabili. Per scardinare squadre di geometri ben pettinati, che li disorientavano con finte, passaggi di prima e triangoli di perfezione assoluta. Per sopravvivere agli attacchi di Elliot il Drago, che aveva le cosce di Rummenigge, e quando cambiava passo staccava le zolle di terra dal campo. Scortati dalla Regina dello Sterrato, il furgoncino di George Balducci e una testa di cinghiale imbalsamata. Un tunnel che porta dritto a Borgo Ghibellino, una filiale dell'inferno. In una finale epica, dove ci si gioca il campionato e molto di più. Era il calcio che giocavano allora. Bruciava nel loro sguardo, e li faceva uscire dagli spogliatoi con i borsoni in spalla, fieri come i paracadutisti.

      Un'ultima stagione da esordienti