Zwei befreundete Künstlerfamilien im New Yorker Stadtteil Soho. Siri Hustvedt erzählt vom Aufbrechen und Ankommen, von Idealen und Lebensentwürfen, von Eltern und Kindern – und davon, wie ein tragischer Unfall ein sorgsam geplantes Glück jäh zerstört.
New York, 1967: Der gutaussehende, hochsensible Adam Walker will Dichter werden. Da bietet ihm auf einer Party ein reicher Franzose namens Rudolf Born das Geld zur Gründung einer Literaturzeitschrift an. Adam hält den Vorschlag zunächst für eine Schnapsidee, aber als Born ihn ein paar Tage später zum Essen einlädt, bekommt er die glaubhafte Bestätigung in Gestalt eines Schecks. Allerdings zeigt sich bei diesem Essen auch ein sinistrer Born, ein Mann voll verhaltenem Jähzorn, der Adam betrunken empfängt und ihn zu dem Eingeständnis nötigen will, er begehre seine Freundin. Das tut Adam in der Tat; und Margot sitzt ihm gegenüber und wirft ihm verschattete Blicke zu. Kurz darauf reist Born für ein paar Tage nach Paris, Margot ruft Adam an, und eine Amour fou beginnt. Doch Born ist zu fürchten, er geht, wie sich bald erweisen wird, über Leichen.AUSTER hat noch kein intensiveres und drastischeres Buch über die Liebe und das Schicksal geschrieben. In «Unsichtbar» ist er auf der Höhe seines Schaffens – erfindungsreich, abgründig und direkt am Puls des Lebens.
«E se le cose fossero andate in un altro modo? Se in un momento cruciale avessero preso un corso diverso?». Domande che qualsiasi persona ragionevole si pone ogni volta che tocca quella strana, impalpabile materia che si chiama Storia. Roy Lewis l’ha affrontata in questo romanzo con la stessa sottile verve, con la stessa illuminante disinvoltura con cui aveva trattato la preistoria in Il più grande uomo scimmia del Pleistocene , anche qui usando il gioco per dare evidenza e plasticità a pensieri che vanno lontano. Così ha voluto seguire una vena del possibile, immettendo, per così dire, in un supercomputer «la vittoria del socialismo, anziché quella del capitalismo, nella rivoluzione che travolse l’Europa del 1848». Dopo lunga elaborazione, il computer ha prodotto questo teorema in forma di romanzo. Osserviamo i fatti: anzitutto la regina Vittoria non regna per più di mezzo secolo, bensì deve abdicare nel 1849 davanti alla rivolta dei cartisti (i socialisti inglesi). Ma che avviene dopo? Si stabilisce un regime socialista (ma senza abolire la monarchia, perché siamo pur sempre in Inghilterra). Di un socialismo relativamente mite e bucolico, preoccupato soprattutto di garantire il lavoro a tutti e di mantenere l’uguaglianza. Il risultato è un lento disastro. Soprattutto perché socialismo e tecnologia non vanno insieme. La tecnologia, che è la vera rivoluzione, scompagina continuamente i rapporti sociali – e questo i bravi e un po’ tonti socialisti non riescono a sopportarlo. Si preparano così le basi per una rivoluzione che abbatta il sistema. Ma che accadrà se complice di questa rivoluzione diventa «l’ultimo re socialista»? Ce lo racconterà lui stesso, e non sarà facile dimenticare il personaggio di questo gentile, amabile sovrano, che avrebbe senz’altro preferito insegnare matematica in qualche oscura università, e si ritrova invece, spinto dalla forza delle cose, a guidare una controrivoluzione per rovesciare il proprio regime – quindi per esautorare se stesso. La vera storia dell’ultimo re socialista è apparso in Inghilterra nel 1990.