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Pietro Citati

    20. Februar 1930 – 28. Juli 2022

    Dieser italienische Autor und Literaturkritiker ist bekannt für seine aufschlussreichen Auseinandersetzungen mit dem Leben und Werk berühmter Persönlichkeiten, von antiken Helden bis zu modernen Literaturgrößen. Sein Schreiben zeichnet sich durch tiefes Verständnis der menschlichen Psyche und die Fähigkeit aus, die Essenz kreativen Genies einzufangen. Der Autor befasst sich mit der Komplexität der menschlichen Existenz und des künstlerischen Schaffensprozesses mit einem Auge für Details und einer poetischen Sensibilität. Seine Essays und kritischen Biografien bieten den Lesern eine einzigartige Perspektive auf die Literaturgeschichte und die Natur des Schreibens selbst.

    Il male assoluto
    Die Dämonen
    Schön und verdammt
    Leo Tolstoi
    Das Licht der Nacht. Die großen Mythen der Welt
    Kafka
    • Schön und verdammt

      Ein biographischer Essay über Zelda und F. Scott Fitzgerald

      Ihr Leben widerspiegelt die Zeit der Roaring Twenties und der anschließenden Weltwirtschaftskrise wie kein anderes. Zusammen erlebten Zelda und Scott Aufstieg und Fall, Rausch und Kater einer ganzen Epoche.

      Schön und verdammt
    • "Es gibt keinen Gott, aber er ist da. In einem Stein liegt kein Schmerz, aber die Furcht vor dem Stein erzeugt Schmerz. Gott ist der Schmerz der Todesfurcht. Wer über den Schmerz und die Furcht den Sieg davonträgt, wird selbst ein Gott sein. Dann wird ein neues Leben beginnen, ein neuer Mensch kommen, und alles wird neu sein ...". (S. 110 in diesem Buch) Der berühmte Roman "Die Dämonen" erschien erstmals 1873 und wird zu Dostojewskis größten Werken gezählt. Dies wird auch durch die Aufnahme in den Kanon der "ZEIT Bibliothek der 100 Bücher" deutlich. Der Roman erschien auch unter den Titeln "Böse Geister", "Die Teufel" oder "Die Besessenen". Hier wird das Buch ungekürzt in der vielgelesenen Übersetzung von Gregor Jarcho frisch aufgelegt. Fjodor Michailowitsch Dostojewski. Die Dämonen. Übersetzt von Gregor Jarcho. Erstdruck des Originals: ¿¿¿¿ (Bessy) in Fortsetzungen in der Zeitschrift Russki Westnik, St. Petersburg, 1871-72. Durchgesehener Neusatz, der Text dieser Ausgabe folgt dem Erstdruck der Übersetzung von Gregor Jarcho im Bühnen- und Buchverlag russischer Autoren J. Ladyschnikow, 2 Bände, Berlin 1924. Vollständige Neuausgabe, LIWI Verlag, Göttingen 2020. LIWI Literatur- und Wissenschaftsverlag

      Die Dämonen
    • Leopardi

      • 436 Seiten
      • 16 Lesestunden

      Al principio della sua vita, Giacomo Leopardi era felice. Nell'infanzia, gioia, furia, «allegrezza pazza» riempivano le sue giornate. Era amato e ammirato dai fratelli. Il padre Monaldo pareva uscito da un'opera buffa: chiacchierone, bizzarro, paradossale, del tutto inetto a sopportare la realtà. La bellissima madre Adelaide non baciava i figli, non dava carezze, ma Monaldo fu per Giacomo padre e madre insieme, con una tenerezza grandiosa e assorbente. L'immensa biblioteca era il centro della vita familiare; Giacomo vi vedeva riflessi l'ordine e l'armonia dell'universo; ogni cosa aveva un senso. Poi l'infelicità piombò su di lui. Cosa accade a Leopardi nel cuore della sua giovinezza? Un «sistema di malattie» si impadronisce del suo organismo. Giacomo non sente più né la natura né la bellezza; il sentimento, l'entusiasmo si dileguano; l'infelicità umana è irrimediabile. Non gli resta che sopportare: arte in cui diventa, in pochi anni, un maestro. Ma la sua mente è innamorata delle contraddizioni, dei rovesciamenti e degli sdoppiamenti. Così, continua a ricercare la felicità, pur sapendo che è un'impresa disperata. La insegue nel piccolo, accogliente mondo aristocratico-borghese di Bologna; a Pisa, nella tenue aria primaverile; a Firenze, tra le luci autunnali del lungarno; tra i gelati, le pasticcerie e i panorami di Napoli. Vive quasi tutto il resto della sua vita celando i dolori, le angosce, la desolazione, le passioni, la solitudine, il dono di essere un genio immenso. Leopardi non conosceva i tempi e i luoghi moderni, non apparteneva a nessuna epoca, né a quella presente né a quella passata. Era a casa dappertutto e da nessuna parte. Questa radicale estraneità gli permise di comprendere come nessun altro il diciannovesimo e il ventesimo secolo, la società borghese e quella di massa. Se leggiamo lo Zibaldone, lampi ci richiamano di continuo alla memoria Nietzsche, Spengler, Adorno. Senza saperlo, Leopardi ci parla di Flaubert, di Kafka, di Musil, di Gadda, di tutti gli scrittori novecenteschi votati alla «disperazione placida», all'incompiutezza, all'analisi ininterrotta, alla condizione di stranieri. Ma al di là dell'intelligenza e della incredibile velocità mentale, in ogni sua poesia echeggia una musica inesprimibile con le parole, quella facoltà misteriosa che gli consente di far nascere sotto i nostri occhi qualcosa che non conoscevamo: la luce della luna. Pietro Citati ci conduce attraverso la vita di Leopardi fino al cuore segreto della sua opera con la stessa sicurezza e partecipazione con cui ha saputo rivelarci l'essenza di Goethe, di Tolstoj, di Kafka, di Proust. Ci sono in questo libro alcune importanti novità biografiche e molte letture fresche e originali. Ma c'è soprattutto, come avrebbe voluto Leopardi, la capacità di immedesimarsi nello scrittore, di seguire ogni minimo impulso del testo, fino a creare una nuova opera, vibrante e appassionata.

      Leopardi
    • La morte della farfalla

      Zelda e Francis Scott Fitzgerald

      • 88 Seiten
      • 4 Lesestunden

      «Citati segue con impressionante precisione la progressiva caduta nel buio delle due farfalle, come prima la loro ascesa nella luce sfolgorante. Penetra a fondo nell'animo dei Fitzgerald, nell'“incrinatura” che in lui si fa sempre più profonda, nella molteplicità e nella metamorfosi dello scrittore: nelle crisi di lei, nella complessità e tenacia del loro rapporto. Il ritratto che disegna della malattia mentale di Zelda, rapido e ritardato, pieno di particolari ma sovrastato dall'incombente Dämmerung , è un'opera al nero di prima grandezza che fa venire i brividi». Piero Boitani

      La morte della farfalla
    • La mente colorata

      Ulisse e l'Odissea

      • 322 Seiten
      • 12 Lesestunden

      Ulisse,"l'uomo dalla mente dai mille colori", l'eroe più conosciuto dell'epica occidentale, diventa in questo testo di Pietro Citati un universo da scoprire. Come nell'Odissea non traspare mai una struttura lineare e i motivi appaiono, scompaiono per riapparire di nuovo, sostituendosi agli altri e obbedendo a un sottile principio sinfonico, così il saggio di Citati attraversa temi, luoghi, personaggi omerici, in una serie di echi e rimandi, svelando le selve di enigmi dietro ogni immagine e parola: dalla venerabile Calipso, regina del centro e dea antichissima, ai "doppi" Feaci, abitanti di un mondo intermedio tra l'età dell'oro e quella moderna; da Polifemo, esponente di una civiltà bestiale-umana, alle Sirene, dalle seduzioni irresistibili.

      La mente colorata