Su ciò che non è
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Del sofista e retore Gorgia di Leontini è giunto a noi un trattato filosofico dal titolo Su ciò che non è, conservato in due diverse redazioni, l’una derivata dall’Anonimo pseudoaristotelico, l’altra da Sesto Empirico. Della prima viene qui proposta un’edizione rivista e aggiornata del testo greco, corredato di traduzione, note filologiche e commento storico-critico. Attraverso il confronto di entrambe le versioni, viene fornita un’interpretazione complessiva del trattato di Gorgia, a partire dalla sua riflessione su percezione, verità e rapporto tra conoscenza e linguaggio: emerge così, dietro l’apparente uniformità dell’orizzonte sofistico, una molteplicità di soluzioni argomentative e spunti dottrinari che ci restituiscono la specifica voce di Gorgia, contro il rischio di un suo appiattimento sul relativismo protagoreo. Pur inserendosi nel contesto di una riflessione eleatica, Gorgia opera una netta frattura del nesso che lega ontologia e linguaggio: al centro del suo interesse resta il logos, di cui però si indaga il fallimento nel processo comunicativo. Von dem Sophisten und Rhetor Gorgias aus Leontinoi ist eine philosophische Abhandlung mit dem Titel “Über das Nichtseiende” überliefert, die in zwei verschiedenen Redaktionen erhalten ist: die eine stammt von einem pseudo-aristotelischen Anonymus, die andere von Sextus Empiricus. Die vorliegende, revidierte und aktualisierte Edition des griechischen Textes in der erstgenannten Fassung wird durch eine italienische Übersetzung, philologische Anmerkungen und einen historisch-kritischen Kommentar ergänzt. Mit Hilfe des Vergleichs beider Versionen bietet die Autorin eine umfassende Interpretation der Abhandlung des Gorgias, ausgehend von seiner Reflexion über Wahrnehmung, Wahrheit und die Beziehung zwischen Erkenntnis und Sprache: Hinter der scheinbaren Gleichförmigkeit des sophistischen Horizonts wird so eine Vielfalt argumentativer Lösungen und theoretischer Anstöße sichtbar, die uns die eigene Stimme des Gorgias zurückgibt, ohne die Gefahr seiner Angleichung an den Relativismus des Protagoras. Indem Gorgias sich in den Kontext einer eleatischen Reflexion einordnet, vollzieht er einen entschiedenen Bruch des Zusammenhangs zwischen Ontologie und Sprache: im Zentrum seines Interesses bleibt der Logos, doch wird nun dessen Scheitern im kommunikativen Prozess untersucht.