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Kati Hirschel

Diese Serie begleitet Kati Hirschel, die in Istanbul einen Krimi-Buchladen betreibt. Sie kämpft unermüdlich gegen Klischees und Vorurteile, sowohl ihre eigenen als auch die ihr begegnenden. Aus der Buchhändlerin entwickelt sich eine charmante Detektivin, die mit Witz und Einfallsreichtum Rätsel löst. Die spannenden Geschichten sind vor einem lebendigen kulturellen Hintergrund angesiedelt.

Hotel Bosporus
Scheidung auf Türkisch
Bakschisch
Tango a Istanbul

Empfohlene Lesereihenfolge

  1. 1

    Deutsche trinken Bier. Und Türken essen Kebap. Kati Hirschel kämpft jeden Tag gegen solche Klischees. Seit dreizehn Jahren betreibt sie in Istanbul ihren Krimibuchladen, und noch immer fallen die Türken in Ohnmacht, wenn sie lacht - Deutsche lachen nicht. Kati Hirschel läßt sich aber nicht festnageln: Sie wächst auch über ihre Rolle als Krimibuchhändlerin hinaus und wird zu einer charmanten Detektivin. Nach dem Motto: Die Buchhändlerin, dein Freund und Helfer.

    Hotel Bosporus
  2. 2

    Bakschisch

    Ein Fall für Kati Hirschel

    2,9(59)Abgeben

    Chaos in der Stadt, Chaos im Herzen. Kati Hirschel ist gestresst. Nach einem Streit mit ihrem Liebsten stürzt sie sich in die Suche nach einer neuen Wohnung. Kein einfaches Unterfangen in der Millionenstadt Istanbul. Doch Kati erhält ein umwerfendes Angebot: eine Wohnung mit Blick auf den Bosporus. Nur dumm, dass es Zoff mit dem Bewohner gibt.

    Bakschisch
  3. 3

    Schon ihr Eintritt in die Industriellenfamilie stand unter einem schlechten Stern: Sani war den reichen Ankaraligils nicht gut genug, ihre Hochzeit mit Cem wurde nicht gefeiert. Wenige Jahre danach wird die schöne junge Umweltschützerin tot in ihrer Wohnung aufgefunden. Warum musste sie sterben? Obwohl die Geschichte sie eigentlich überhaupt nichts angeht, mischt sich Kati Hirschel in die Ermittlungen ein das Schicksal dieser Frau scheint ihr exemplarisch für so viele junge Türkinnen zu sein.

    Scheidung auf Türkisch
  4. 4

    Tango a Istanbul

    • 312 Seiten
    • 11 Lesestunden

    Kati Hirschel, stambuliota di origini in parte tedesche, ha una libreria specializzata in giallistica. È questa familiarità con l’aspetto romantico del delitto che la predispone al fascino del mistero, e la rende abbastanza spregiudicata da non disprezzare alcuna fonte di informazione. Così, quando la veggente che è andata a consultare insieme all’amico Fofo, ha visto nei fondi del caffè il cadavere di una giovane donna, è entrata in allarme. I fatti però, non obbediscono sempre alle visioni: la vittima non sarà quella da Kati attesa e del resto non ci sarà un vero e proprio cadavere. Semplicemente Nil, l’amica della sua collega, ha avuto un arresto cardiaco. Ma tanto basta all’irrefrenabile investigatrice per correre le strade di Istanbul in cerca di indizi. Infatti presto, come una profezia che si autodetermina, le stranezze cominciano a piovere, tanto da spingere Hakan, il fratello della vittima, a darle un completo incarico da detective. Innanzitutto il tenore di vita di Nil appare troppo sostenuto per una giornalista disoccupata: perfino un quadro Julian Opie nel lussuoso appartamento. Poi, si scopre che Nil stava scrivendo una specie di romanzo sui desaparecidos argentini, paragonandoli alle vittime (greci, curdi) del perenne autoritarismo turco, il cosiddetto «stato profondo». Ce n’è abbastanza per mettere in moto una personalità indagatrice col dono di inverare le complicazioni che poi risolverà. La bizzarra originalità dell’investigatrice è che lei indaga come se spettegolasse, di contatto in contatto, di conoscenza in conoscenza, di curiosità maliziosa in curiosità maliziosa. E che porta il lettore in giro per «la città più bella del mondo» proprio come fa lei, bar dopo bar, vicolo dopo vicolo, mercato dopo mercato, bottega dopo bottega. Dai bassifondi ai quartieri dei milionari. Ne esce un poliziesco «morbido» e suadente che contiene uno spaccato di costume orientale occidentale, e suona anche come un salutare invito all’anticonformismo e alla tolleranza.

    Tango a Istanbul