Franco Salvatorelli Bücher




Henry Miller’s landmark travel book, now reissued in a new edition, is ready to be stuffed into any vagabond’s backpack. Like the ancient colossus that stood over the harbor of Rhodes, Henry Miller’s The Colossus of Maroussi stands as a seminal classic in travel literature. It has preceded the footsteps of prominent travel writers such as Pico Iyer and Rolf Potts. The book Miller would later cite as his favorite began with a young woman’s seductive description of Greece. Miller headed out with his friend Lawrence Durrell to explore the Grecian countryside: a flock of sheep nearly tramples the two as they lie naked on a beach; the Greek poet Katsmbalis, the “colossus” of Miller’s book, stirs every rooster within earshot of the Acropolis with his own loud crowing; cold hard-boiled eggs are warmed in a village’s single stove, and they stay in hotels that “have seen better days, but which have an aroma of the past.”
Biblioteca Adelphi - 321: Anatomia dell'irrequietezza
- 223 Seiten
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Per i lettori che conoscono e amano Bruce Chatwin Anatomia dell’irrequietezza diventerà una sorta di breviario, per quelli che hanno meno familiarità con l’opera del grande vagabondo sarà un’introduzione alle sue esperienze e alle sue idee, un viaggio con Chatwin alla scoperta di Chatwin. Forse mai come in certe parti di questo libro - soprattutto nelle notizie autobiografiche e nella memorabile lettera al suo editore Tom Maschler - Chatwin è stato prossimo a rivelare che cosa stava al fondo del suo essere e della sua inquietudine di uccello migratore, devoto per istinto alla «alternativa nomade». Ma perché il nomadismo può proporsi come alternativa alla cosiddetta civiltà? Le risposte si delineano di pagina in pagina attraverso scritti che abbracciano vent’anni di una vita breve, intensa, errabonda, dal 1968 al 1987, e rispecchiano le varie incarnazioni di Chatwin: esperto d’arte e archeologo, giornalista, esploratore e narratore. Sono racconti brevi, storie e schizzi di viaggio (dall’amata Patagonia alla Toscana, dall’Africa a Capri), ritratti (Konrad Lorenz, Axel Munthe, Curzio Malaparte) ; e anche abbozzi di un libro-sogno sul nomadismo al quale Chatwin lavorò a più riprese e che poi abbandonò ritenendolo «impubblicabile». Doveva essere, quel libro, un atto di fede: «Il nomade rinuncia; medita in solitudine; abbandona i rituali collettivi e non si cura dei procedimenti razionali dell’istruzione o della cultura. E un uomo di fede». E insieme un’autoanalisi, che gli permettesse di rispondere a una domanda elementare: «Perché divento irrequieto dopo un mese nello stesso posto, insopportabile dopo due?». Anatomia dell’irrequietezza viene pubblicato in Inghilterra simultaneamente all’edizione italiana (1996).
l mondo di Roma imperiale: un'area vastissima che va dalla penisola iberica al Caucaso, dalle isole britanniche all'Africa settentrionale. A contatto con realtà etniche e culturali diversissime la civiltà romana rappresento un potente elemento di unificazione e di attrazione soprattutto per le classi dirigenti provinciali e nella dimensione della vita urbana. E ciò anche grazie alla sua capacità di adeguarsi alle tradizioni locali o, addirittura, in qualche caso di farle proprie. Il mondo di Roma imperiale propone per la prima volta un racconto sistematico degli elementi costitutivi della civiltà romana, in tutta la sua area di diffusione, dal I secolo a. C. alla caduta dell'impero d'Occidente. L'opera, articolata in tre volumi (I. La formazione; II. Vita urbana e rurale, III. Economia, società e religione), è stata realizzata, sotto la direzione di John Wacher, da una equipe di storici e archeologi che hanno intrecciato strettamente l'indagine delle fonti letterarie con la documentazione di scavo. Ne è testimonianza l'apparato iconografico che, ricchissimo di carte geografiche, comprende anche numerose piante e disegni, a volte ricostruzioni interpretative, che illustrano i principali siti e ritrovamenti archeologici.