Berlin: Bei Partnern noch vor dem Fest lieferbar
Bookbot

Cinzia Sciuto

    Non si può più dire niente? 14 punti di vista su politicamente corretto e cancel culture
    Die Fallen des Multikulturalismus
    • Die Fallen des Multikulturalismus

      Laizität und Menschenrechte in einer vielfältigen Gesellschaft

      Die heutigen europäischen Gesellschaften sind zunehmend komplex, geprägt von ethnischen, religiösen und kulturellen Konflikten, die neue Entwürfe des Zusammenlebens erfordern. Cinzia Sciuto argumentiert, dass eine Gesellschaft, die kulturelle Vielfalt und Persönlichkeitsrechte vereinen möchte, zwischen Staat und Religion unterscheiden muss und laizistisch sein sollte. Laizität ermöglicht es verschiedenen Religionen und Weltanschauungen, in einer pluralistischen Gesellschaft nebeneinander zu existieren. Sie garantiert Religionsfreiheit und legt gleichzeitig unveränderliche Prinzipien fest, die nicht im Namen einer Gottheit verletzt werden dürfen. Laizität ist somit eine grundlegende Voraussetzung für ein ziviles Zusammenleben, in dem die Freiheiten und Menschenrechte aller respektiert werden. In ihrem politischen Essay, ähnlich den Arbeiten von Carolin Emcke oder Hamed Abdel-Samad, beleuchtet Sciuto die problematischen Seiten des Multikulturalismus. Die Forderung nach Anerkennung und Respekt für diverse Identitäten kann dazu führen, dass die individuellen Rechte in den Hintergrund gedrängt werden. Sciuto stellt klar, dass das Individuum Träger von Identitäten ist und nicht von seiner Gruppenzugehörigkeit definiert werden sollte. Sie fordert eine Rückbesinnung auf die Prioritäten, um die subjektiven Rechte jedes Einzelnen zu wahren.

      Die Fallen des Multikulturalismus
    • Proposte di legge per contrastare le discriminazioni, discussioni parlamentari sui sostantivi femminili, regolamenti aziendali che sanzionano comportamenti inappropriati, circolari scolastiche su tematiche di genere, partite sospese per cori razzisti. Da tempo i temi distinti ma incrociati di politicamente corretto e cancel culture sono all’ordine del giorno, investendo la sfera privata e quella pubblica, i litigi in famiglia o tra amici e le prese di posizione su giornali cartacei, programmi televisivi, podcast, blog, riviste online e social network.Sono temi che spopolano proprio sui social, dove macinano commenti e polemiche, creando una frattura in un certo senso politicamente inedita: nella contrapposizione tra chi nega l’esistenza della cancel culture e chi si lamenta che “non si può più dire niente” non viene per forza ricalcato il dualismo classico tra sinistra e destra, o tra progressisti e conservatori. Vediamo infatti che il licenziamento di un attore o il macero di un libro innescano discussioni infuocate anche tra persone che su molti altri temi (economici, politici, sociali) sono perfettamente d’accordo. Che cosa sta succedendo? .Mentre i media cavalcano il dibattito rilanciando pseudonotizie acchiappaclick su censure a Omero o Biancaneve, la contrapposizione tra i fronti si consuma per lo più in litigate pubbliche sui social o singoli interventi lanciati online o offline come una voce nel deserto, attorno a cui si rinserrano i ranghi della rispettiva fazione. Ognuno finisce sempre così per parlare ai convertiti, senza che si costruisca un dibattito che sia anche un dialogo costruttivo. .Come antidoto alla polarizzazione, in questo libro si incontrano idealmente quattordici persone che non sono affatto d’accordo tra loro, ma sono disposte a sedersi a un tavolo di confronto. Ognuna ha scelto di inquadrare il tema secondo i suoi campi di interesse, le sue esperienze e professionalità: linguistica, televisione, comicità, filosofia, storia, sociologia, teatro, pedagogia, politica e quant’altro. .Così, nel cercare una risposta alla domanda Non si può più dire niente?, questi quattordici punti di vista aprono inevitabilmente ad altre domande e risposte, che restituiscono complessità al nostro intricato presente.

      Non si può più dire niente? 14 punti di vista su politicamente corretto e cancel culture