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Francesco Guccini

    14. Juni 1940

    Francesco Guccini gilt als einer der bedeutendsten italienischen Cantautori, dessen Texte für ihren poetischen und literarischen Wert geschätzt und sogar als Beispiele moderner Lyrik im schulischen Kontext herangezogen werden. Guccini ist zudem ein Schriftsteller, der autobiografische und Noir-Romane veröffentlicht hat, sowie ein Comiczeichner. Sein unverwechselbarer Stil und seine intellektuelle Tiefe haben ihn zu einer ikonischen Figur gemacht, die Kritiker und Fans gleichermaßen anspricht.

    Der einsame Weg
    Die Spur der Wölfe
    Tod im Apennin
    Die Teufelsgrube. Roman
    Trübe Aussichten
    Schlechte Saison
    • 2024

      Una raccolta di racconti ironici e nostalgici che catturano, attraverso piccoli momenti di vita, i cambiamenti di un'epoca ormai lontana.Guccini racconta cinque episodi che vanno dall'infanzia alla giovinezza, ognuno legato a esperienze personali e collettive. Si parte da un bambino che perde un compagno di scuola, per arrivare a un gruppo di giovani alle prese con un lavoro difficile, scherzi crudeli e sfide sociali. Ogni storia si intreccia con il cambiamento della società, dalla nascita della televisione alle trasformazioni delle città.I racconti sono costellati da piccoli dettagli che diventano simboli di una vita passata, come un portacenere rosso – gadget di una famosa bibita pop - o la musica di una balera. Così Guccini riporta alla luce le emozioni di un tempo trascorso, mostrando con malinconia ma anche con affetto i momenti felici vissuti tra l'Appennino e Modena, tra la guerra e il dopoguerra.

      Così eravamo. Giornalisti, orchestrali, ragazze allegre e altri persi per strada
    • 2021

      Non so che viso avesse

      • 288 Seiten
      • 11 Lesestunden

      Montanaro di pianura, nato a Modena, diffidente, avaro di sé, sobrio e bevitore, pigro e serissimo, ma chiacchierone instancabile, Francesco Guccini ha scelto, per la prima volta, di raccontare la sua vita. E ci è riuscito, in questo libro bello e bizzarro, nell'unico modo per lui fingendo di parlare d'altro, per dire tutto di sé. Per farlo, Guccini organizza una Pavana col mulino degli avi, i nonni, le nonne e i bisnonni, il bosco, il fiume, la montagna. Modena, odiata e amata, piccola città bastardo posto. Bologna, l'eletta, in via Paolo Fabbri, una vecchia signora dai fianchi un po' molli col seno sul piano padano e il culo sui colli. E poi gli altri luoghi e i loro le osterie, il giornale per sbarcare il lunario (perché cantare non è mica un mestiere), e le balere, dalla via Emilia al West, con gli orchestrali, le giacche con i lustrini, il rock and roll. E l'amore per il cinema, con gli amici Luciano Ligabue e Leonardo Pieraccioni, per le chitarre, per i fumetti e per l'ottava rima. E il concerto, il luogo dell'incontro col pubblico, secondo una liturgia ritualizzata che comincia con il c'era una volta di "Lunga e diritta correva la strada" di "Canzone per un'amica" per finire con l'epos trionfale di "Non so che viso avesse" della "Locomotiva".

      Non so che viso avesse
    • 2021

      Accompagnati dalla voce di Francesco Guccini, seguiamo gli amici protagonisti in una notte d'inverno, mentre la neve cade, fino alla prima delle locande dove trascorreranno una notte di buon cibo e molto vino, di risate e un po' d'amore; una di quelle notti in cui l'amicizia e la sazietà aiutano a non ascoltare i presagi della vita che corre. Questa prima cena ha luogo prima dell'ultima guerra nell'Appennino tra Bologna e Pistoia, la successiva ci racconta lo stesso mondo quarant'anni dopo, l'ultima #x96; che non è invero una cena, bensì un pranzo di mezza estate che si protrae fino a un grande falò notturno #x96; si svolge nel giorno di un'eclissi di sole. Dai poveri anni Trenta alla disillusa fine del Novecento, passando dalle speranze dei Settanta, nelle tre compagnie di amici che si avvicendano, nei loro scherzi, nelle loro sbronze, nei cibi che scelgono di mangiare ritroviamo il sapore del nostro passato e rileggiamo noi stessi con divertimento e malinconia. Francesco Guccini inanella tre storie che diventano una sola e dà vita a nuovi, memorabili, bizzarri eroi della sua epica del tempo perduto

      Tre cene (l'ultima invero è un pranzo)
    • 2020

      In den dichten Wäldern des Apennins lebt eine Ökokommune von Aussteigern, deren Mitglieder sich selbst »Elben« nennen. Fernab von der Zivilisation haben sie sich in verlassenen Dörfern niedergelassen, leben einfach und ohne Strom vom Tauschhandel und gewähren jedem, der um Obdach bittet, Einlass. Forstinspektor Marco Gherardini beobachtet das Treiben mit Interesse. Eines Tages hallen zwei Schüsse durch den Wald, und am Fuße eines abschüssigen Geländes wird ein Toter gefunden. Es ist ein Elbe. Gherardini beginnt zu ermitteln – in seinem dritten und bisher spannendsten Fall.

      Die Spur der Wölfe
    • 2019

      Radici è il titolo di uno dei primi album di Francesco Guccini, e radici è la parola che forse più di tutte rappresenta il cuore della sua ispirazione artistica. Radici sono quelle che lo legano a Pàvana - piccolo paese tra Emilia e Toscana dove sorge il mulino di famiglia, vera Macondo appenninica ormai viva nel cuore dei lettori - e radici sono quelle che sa rintracciare dentro le parole, giocando con le etimologie fra l'italiano e il dialetto, come da sempre ama fare. Oggi Pàvana è ormai quasi disabitata, i tetti delle case non fumano più. È in questo silenzio che il narratore evoca per noi i suoni di un tempo lontano, in cui la montagna era luogo laborioso e vivo, terra dura ma accogliente per chi la sapeva rispettare. Rinascono così personaggi, mestieri, suoni, speranze: gli artigiani all'opera in paese o lungo il fiume, i primi sguardi scambiati con le ragazze in vacanza, i giochi, gli animali e i frutti della terra, un orizzonte piccolo ma proprio per questo aperto all'infinito della fantasia. Tra elegia e ballata, queste pagine sono percorse da una continua ricerca delle parole giuste per nominare ricordi, cose e persone del tempo perduto; la malinconia è sempre temperata dalla capacità di sorridere delle umane cose e dalla precisione con cui vengono rievocati gesti, atmosfere, vite non illustri eppure piene di significato. Francesco Guccini non canta più, ma la sua voce si leva di nuovo per noi, alta, forte, piena di poesia, per consegnarci un'opera che è testamento e testimone da raccogliere, in attesa di una nuova aurora del giorno

      Tralummescuro. Ballata per un paese al tramonto
    • 2017

      Tempo da elfi

      Romanzo di boschi, lupi e altri misteri

      • 312 Seiten
      • 11 Lesestunden

      Le stagioni si avvicendano sempre uguali a Casedisopra, fra la tabaccheria della Nerina e le due caserme – dei Carabinieri e della Forestale – che invano vigilano sulla trattoria-bar di Benito, dove anche quando la stagione della caccia è chiusa il maiale servito in tavola ha un curioso retrogusto di cinghiale... Eppure ultimamente qualcosa sta cambiando. In paese compaiono ragazzi e ragazze dagli abiti colorati, calzano sandali di cuoio intrecciati a mano e vendono i prodotti del bosco e della pastorizia: sono gli Elfi, che vivono in piccole comunità isolate sulla montagna, senza elettricità, praticando il baratto e ospitando chiunque bussi alla loro porta senza porre domande. Forse potranno essere loro a prendersi cura del territorio appenninico, sempre più trascurato e spopolato, mentre sul corpo della Forestale incombe il destino di venire assorbito nell’Arma dei Carabinieri? Marco Gherardini, detto Poiana, ispettore della Forestale, non fa in tempo a immalinconirsi con questi pensieri che ecco, nell’aria risuonano due spari proprio quando nemmeno i cacciatori avrebbero licenza di esploderli. E di lì a poco, ai piedi di un dirupo viene trovato un cadavere: proprio un giovane elfo, si direbbe. Inizia per Poiana l’indagine più difficile della sua carriera. Perché potrebbe essere l’ultima, ma non solo: perché si troverà a sospettare degli amici più cari, perché dovrà ammettere che l’intuito femminile può essere imbattibile, perché per trovare la direzione giusta dovrà essere pronto a perdersi nel bosco…

      Tempo da elfi
    • 2016

      Der Geologe Pierluigi Antonelli hat sich in dem kleinen Bergdorf Casedisopra einquartiert, um, wie er den neugierigen Einheimischen erklärt, an einem offiziellen Gutachten zur Bodenbeschaffenheit der Umgebung zu arbeiten. Eines Tages ist er spurlos verschwunden. Als wenig später bei Aufräumarbeiten nach einem Erdrutsch seine Leiche gefunden wird, nimmt sich Marco Gherardini, Inspektor der Forstpolizei, des Falls an. Die Obduktion ergibt, dass Antonelli erschlagen wurde. Was hatte er in dem Bergdorf wirklich zu suchen?

      Trübe Aussichten
    • 2014

      Da quando è uscito il primo Dizionario delle cose perdute , Francesco Guccini non può fare un passo, per strada, senza che qualcuno lo fermi per suggerirgli con entusiasmo e commozione qualche oggetto "del tempo andato" che merita di essere ripescato dal veloce oblio dei nostri anni e celebrato dalla sua penna. Dall'idrolitina ai calendarietti profumati dei barbieri, dal temibile gioco del Traforo alle cabine telefoniche, dal deflettore all'autoradio passando per i "luoghi comodi" e i vespasiani, le letterine di Natale piene di buoni propositi da mettere sotto il piatto del babbo, le osterie (quelle vere, senza la H davanti per darsi un tono) e molto altro, Guccini torna a scavare nel passato che ha vissuto in prima persona per riportarcelo intatto e pieno di sapore. E con questo suo catalogo delle cose perdute dà vita a un personalissimo genere letterario nel quale l'estro del cantautore - capace di condensare in poche strofe un universo intero di emozioni -, la sua passione storica e filologica e la sua vena poetica trovano sintesi piena: regalandoci pagine in cui ogni oggetto, ogni situazione, suscita intorno a sé un intero mondo, sempre illuminato dalla luce di un'insuperabile ironia.

      Nuovo dizionario delle cose perdute