In questo libro Paola Sorge esplora l'opera di Gabriele d'Annunzio in chiave musicale dimostrando che è impossibile comprendere pienamente la vita e l'arte del poeta senza conoscere il ruolo che la musica ha giocato nella sua produzione lirica, narrativa e giornalistica.
Luisa Baccara, pianista di notevole talento, fu a lungo amante e amica di Gabriele d'Annunzio: gli rimase accanto dal 1919 (l'anno dell'impresa di Fiume) alla morte, nel 1938. Fu un rapporto strano, e per molti aspetti sorprendente: molto spesso fu la Baccara a fare da tramite tra il poeta e le sue numerose amanti; ma soprattutto con lei d'Annunzio rinunciava ai toni enfaticamente lirici che riservava normalmente alle sue amicizie femminili. Il volume raccoglie le lettere scritte dal Vate alla donna.
«Camminare per paesi sconosciuti, contare le stelle, stare sdraiati nell'ombra verde»: queste regole dell'arte del vagabondare di cui Herman Hesse è maestro insuperabile. Ci piace immaginare lo scrittore in cammino per la campagna toscana o umbra, romantico menestrello pronto a cantare le bellezze del sud, o tra le valli e i boschi della Svizzera, sua seconda patria, lo zaino in spalla e la tavolozza dei colori sotto il braccio; e tutte le osservazioni di Hesse sulla sua anima di vagabondo contenute nei testi di questa raccolta - che riunisce articoli, brani tratti da racconti e romanzi e liriche di Hesse - lo confermano pienamente. Nel girovagare, piuttosto che nel chiuso del suo studio, Hesse trova il suo autentico paradiso, che rivive nel mondo magico della scrittura. Il viaggiare è per Hesse stimolo e arricchimento spirituale, ed è soprattutto un'arte che si conquista lentamente, che nasce dall'impulso di conoscere e vivere cose nuove e dal bisogno assoluto di bellezza, che Hesse avverte forse più di ogni altro.
A chi non succede di passare un periodo di tempo senza far niente e di sentirsi poi in colpa, o depresso, per ceduto alle lusinghe dell'ozio? Considerato "padre dei vizi" in una società il cui motto è - come osservava Hesse già alla fine del 19° secolo - "di più e più in fretta possibile", l'ozio trova in questa raccolta di articoli, saggi e brani tratti dall'opera narrativa dello scrittore tedesco la sua definitiva riabilitazione. Considerato come una tappa necessaria nella ricerca della "via interiore", l'ozio si configura qui come "la protesta dell'anima e del cuore" contro una società che schiaccia l'individuo, l'arma da usare contro i falsi valori di una mentalità borghese tesa al profitto. Questa è la lezione che Herman Hesse dà ai suoi lettori attingendo al magico mondo dell'Oriente.
Antiche grida di guerra, frasi latine, iscrizioni di vecchi stemmi polverosi tratti da un patrimonio comune, classico e rinascimentale divennero slogan urlati durante la guerra e non solo infiammarono gli animi di amor patrio, ma servirono anche a sfidare il governo e le istituzioni durante l'occupazione di Fiume. Espressione di un protagonista di cinquant'anni di vita letteraria e politica italiana, questi motti ebbero, nei primi venti anni del secolo, un effetto prorompente sugli italiani. Nel volume sono riprodotti anche molti disegni che accompagnano i motti stessi.
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