Carmine Abates Werk befasst sich mit Themen wie Identität, Exil und der Suche nach Zugehörigkeit, wobei er oft aus seinen eigenen Migrationserfahrungen schöpft. Seine Prosa zeichnet sich durch ihre poetische Sprache und tiefe psychologische Einsichten aus. Abate erforscht meisterhaft die Komplexität interkultureller Beziehungen und die Spannung zwischen Tradition und Moderne. Sein Schreiben bietet eine einzigartige Perspektive auf das Leben derer, die sich zwischen verschiedenen Welten bewegen.
Die Magie der Träume Jeden Sommer reist Florian von Hamburg nach Kalbrien in das Heimatdorf seiner Mutter. Jeden Sommer zeigt Nonno Giorgio ihm dort die Ruinen der alten Familienherberge, die er wieder aufbauen will. Als es endlich so weit ist, steht schon die `Ndrangheta vor der Tür, um ihm ihren »Schutz« anzubieten. Hilflos sieht Florian zu, wie sein Großvater, der sich gewaltsam zur Wehr gesetzt hat, von der Polizei abgeholt wird. Doch der Alte hat ihn längst angesteckt mit seinem verrückten Traum. »Carmine Abate fängt in seinem Roman atmosphärisch die Hitze des Sommers und das Brennen für einen Lebenstraum ein.« Brigitte »Faszinierender, feinfühliger Roman, der die flirrende Landschaft poetisch zum Leben erweckt.« Maxi
»Abates Magie fängt den Zauber der Erinnerung ein.« L’Espresso Als der alte Michelangelo in die Steinhütte auf dem Hügel zieht, hält sein Sohn Rino ihn endgültig für verrückt. Dabei will er nur den Schatz der Familie Arcuri bewahren, den sie über Generationen verteidigt hat gegen Plünderer, Faschisten und Mafiosi: die fruchtbare Erde »ihres« Hügels, den der Süßklee im Sommer blutrot färbt, und das Geheimnis, das sie birgt. In einer sturmdurchtosten Nacht lauscht Rino atemlos der Geschichte seiner Familie, die zugleich die Chronik eines Jahrhunderts ist, angefangen bei Nonna Sofia und den beiden Toten im Kirschhain. »Es sind die wundervollen Beschreibungen von Gerüchen, Farben und Stimmungen, die Carmine Abates ›Der Hügel des Windes‹ so lebendig und lesenswert machen.« FREUNDIN Gewinner des Premio Campiello 2012
"Die Augen deines Vaters sind schwarz und schauen in die Ferne. Schwarz wie neapolitanische Oliven, keck und warm, immer in Bewegung, wie Sonnenstrahlen am Mittag."§Giovanni hat denselben rastlosen, fernen Blick wie sein legendärer Vater Scanderbeg. Wenn er auf dessen roter Moto Guzzi Richtung Meer fährt oder, den Kopf in den Schoß seiner Mutter gebettet, ihre vor Liebe glühenden Geschichten über den Vater hört, ist dieser spürbar nah. Vor Jahren kam der naive Weltverbesserer und erbitterte Kämpfer für die Gerechtigkeit bei einer waghalsigen Wette ums Leben. Nun muss Giovanni entscheiden, ob er nach dem Vorbild des Vaters leben oder mit Claudia nach Deutschland gehen soll. Den naiven Charme, die Liebe zu seinem Dorf und eine tiefe Sinnlichkeit hat Giovanni bereits geerbt. Sollen etwa auch die Weissagungen des Jungen mit den magnetischen Augen in Erfüllung gehen? §Scanderbegs rote Moto Guzzi knattert in der Ferne der kalabrischen Hügel, und die flirrende Hitze erhebt sich vom d ampfenden Asphalt der steilen Dorfstraße.
Entdecken Sie unsere neuen Autoren im Herbst 2013 mit Werken wie "Zungenküsse mit Hyänen" von Else Buschheuer, "Der Sommer der Schmetterlinge" von Adriana Lisboa und weiteren spannenden Titeln.
Set in the enchanting village of Carfizzi, this coming-of-age story weaves elements of magical realism reminiscent of García Márquez's works. Drawing from the author's childhood and ancient Albanian oral traditions, it paints southern Italy as a vibrant, multicultural landscape. Celebrated by Mondadori as one of the top Italian novels of the twentieth century, it offers a poetic exploration of identity and heritage, immersing readers in a rich tapestry of cultural influences.
Una calda estate del nuovo millennio: nella piazza assolata di Hora, paese della Calabria fondato secoli fa da esuli albanesi, si ferma un autobus e ne scende una splendida ragazza bionda con un bimbo fra le braccia. Ad assistere al suo arrivo c'è Michele, un giovane fresco di laurea che sta trascorrendo l'ultima estate al paese, prima di emigrare al Nord. E proprio Michele presto scoprirà il segreto di Laura Damis, la bionda sconosciuta. A guidarlo nell'indagine sul passato, a raccontargli le vicende degli antenati albanesi, e quelle più vicine che hanno condotto il padre di Laura, anni prima, a lasciare Hora, è Gojàri, cioè Boccadoro, con le sue mille storie tutte vere e preziose come i tasselli del grande mosaico a cui sta lavorando da tempo.
Il mare che si allontana, scintillante nella calura. La fiumara da risalire, gonfia di pietre luminose, i ruderi dei mulini, il bosco di lecci chiazzato del giallo delle ginestre e infine lo scroscio sempre più intenso: è così che Francesco e i suoi amici scoprono un'oasi di pace presso la cascata refrigerante del Giglietto, sopra il paese di Spillace, in Calabria. Il luglio è afoso, e i bagni nel laghetto, seguiti dai saporitissimi pranzi, sono il diversivo ideale per la piccola comitiva di ragazzi e ragazze nemmeno diciottenni, affamati di vita e di emozioni. Ma quel luogo incantevole cela un mistero: in uno dei mulini abbandonati Francesco e Marta - la bellissima compaesana che vive a Firenze e scende al mare per le vacanze - incrociano gli occhi atterriti e insieme fieri di un vagabondo, che si comporta come un uomo braccato, cerca di allontanarli ed è addirittura armato. Ma la curiosità buona dei due ragazzi, gli sguardi leali scambiati nell'ombra, hanno la meglio: e presto l'uomo misterioso rivela qualcosa di sé, della ferita che lo ha condotto a nascondersi... Luglio, agosto, giorni in cui la vampa dell'estate si accompagna ai sapori dei fichi maturi, delle olive in salamoia, del pane preparato in casa con un rito affascinante, sul far del mattino. Giorni in cui nemmeno la calura spegne il desiderio d'amore, che vibra tra i ragazzi e accende gli animi come peperoncino vivo sulle labbra. E poi settembre, l'estate che si va spegnendo, il ritorno alla scuola e alla vita usata, la maggiore età che si avvicina: e con essa la consapevolezza che l'incanto non è nulla senza il coraggio, senza l'impegno che ogni vita adulta richiede. Con freschezza e passione, Carmine Abate dà vita a un intenso romanzo di formazione che si svolge nel tempo di pochi mesi e insieme racconta il senso racchiuso in una vita intera. L'uomo "selvatico" del Giglietto sarà per i protagonisti il testimone più alto della dignità, del rifiuto della prepotenza, della solidarietà che rendono grande ogni esistenza, e restituiscono a ogni luogo la sua bellezza. Valori che si incarnano nel gesto antico e attuale di baciare il pane, per celebrarne il dono e il mistero.